Editoriale

Ancorarsi alla fonda

Navigando sottocosta, ci sarà capitato di scoprire una caletta incantevole, che inevitabilmente ci ha invitato a fermarci, per godere del suo inebriante paesaggio.
Dopo esserci avvicinati fino ad aver individuato il Punto di Fonda appropriato, si deve 'dar fondo all'ancora'.
Questa operazione, che può sembrare semplice e banale, deve invece essere affrontata con massimo scrupolo ed attenzione. Prima di calare l'ancora, si deve valutare lo stato del vento e delle correnti marine della zona. Aiutandosi anche con l'ECOSCANDAGLIO, ci si deve accertare sulla natura del fondale e stabilire la profondità di fonda 'P'. La natura del fondale è importante per determinare e garantire la presa e la buona tenuta dell'ancora.

Il fondale sabbioso o fangoso è quello più indicato per la tenuta, al contrario di quello ricco di alghe, o con lastroni di roccia, dove l'ancora tende ad arare o a scivolare senza aggrapparsi.
Se il fondale roccioso è colmo di scogli e spaccature, è rischioso calare l'ancora, in quanto o saltellerà senza fare presa, o rischierà di incastrarsi in un anfratto al punto che non si riuscirà più a recuperarla, dovendo cosi' abbandonarla, tagliando il cavo.

Dopo aver stabilito la zona adatta all'ormeggio, si da fondo all'ancora, mantenendo in funzione il motore, portando la prua al vento e alle correnti. Una volta che l'ancora ha raggiunto verticalmente il fondale, si comincia ad indietreggiare, svolgendo il cavo, lasciando filare una lunghezza di calumo adeguata e, agguantando di volta in volta fino a quando viene garantita la buona tenuta dell'ancora. La lunghezza di calumo, cioè di catena filata insieme all'ancora, dipende dalle condizioni del vento e del mare, e soprattutto dal tempo di permanenza all'ormeggio. Maggiore è il tempo di permanenza e peggiori sono le condizioni meteomarine, più lungo deve essere il calumo filato.

A seconda delle condizioni descritte e dal tipo di fondale, la lunghezza di calumo consigliata deve essere da quattro a sei volte la profondità (verticale) di fonda 'P', come descritto nell'immagine successiva. Maggiore è la lunghezza della catena filata, e meglio si riesce ad ottenere la forma della catenaria con una concavità naturale che costringe il fuso dell'ancora a rimanere ben coricato orizzontalmente sul fondo, in modo da garantire la presa ottimale delle marre. Il peso stesso della catena, contribuirà a migliorare questa condizione di tenuta.

In caso di fondale molto roccioso, con scogli e anfratti, è consigliabile l'utilizzo di un Grippiale, cioè di un cavo aggiuntivo fissato al diamante dell'ancora, lungo almeno la profondotà di fonda, alla cui estremità è assicurato un gavitello, come illustrato nella figura. In questo modo, la posizione dell'ancora è sempre segnalata dal gavitello e, nel caso di recupero difficoltoso della stessa, ci si può aiutare afferrando ed esercitando sul Grippiale, una forza in direzione contraria a quella impressa dal cavo di ormeggio.

Per disormeggiare la barca, dopo aver messo in funzione il motore, si dovrà avanzare verso il punto di presa dell'ancora, recuperando man mano il cavo di ormeggio. Quando l'ancora lascia la presa, venendo a picco (in posizione verticale), si ultima il recupero della stessa mediante l'ausilio del verricello, allontanandosi rapidamente dal punto di fonda.

Ricordiamo che mentre si è ancorati alla fonda, il regolamento di navigazione, prevede l'esposizione dell'apposito segnale di ormeggio, che consiste in un pallone nero, durante le ore diurne, e di un faro a luce bianca visibile a 360, nelle ore notturne.